1960 Il Twist

Le prime dieci della Billboard annuale.

01. Theme from A Summer Place (Scandalo al sole) – Percy Faith
02. He'll Have to Go – Jim Reeves
03. Cathy's Clown – The Everly Brothers
04. Running Bear – Johnny Preston
05. Teen Angel – Mark Dinning
06. I'm Sorry – Brenda Lee
07. It's Now or Never – Elvis Presley
08. Handy Man – Jimmy Jones
09. Stuck on you – Elvis Presley
10. The Twist – Chubby Checker

Senza rendersene conto, Chubby Checker, un giovanotto paffutello e un po' impacciato, iniziò una rivoluzione dalle conseguenze impensabili e durature. Una cosa che avevano già tentato i Diamonds con lo Stroll due anni prima, ma poi le coppie si erano riaccoppiate. Stavolta, invece, il Twist riuscì a separare i ballerini definitivamente, e da quel momento, ognuno si è dimenato per conto suo. A distanza di sessant'anni è ancora così: disco, dance, break, hip hop, ognuno fa per sé, e chi s'è visto s'è visto.

Gl’Isley Brothers cantarono Shout che introdusse il soul "gridato" nella musica rock. La canzone ebbe successo ma, anche stavolta, furono i bianchi Joey Dee e the Starlighters a venderne più copie.


Che ne dite di questo completino?

In Italia, ora ci stavano attenti, così Tony Dallara e gli altri urlatori si precipitarono a copiare il genere.


Mina, i Brutos, Celentano e Joe Sentieri.

Negli Stati Uniti scoppiò lo scandalo "Payola" che indicava la pratica di farsi pagare per passare i dischi alla radio. Era il segreto di pulcinella, lo facevano (e lo fanno) tutti, ma gli americani sono puritani: non vogliono che si sappia in giro. Alan Freed venne accusato di avere inzuppato anche lui il biscotto e processato. Freed disse che si trattava di regali disinteressati, ma la corte non gli credette e nel '62 lo condannò ad una multa di 300 dollari. Da noi è difficile crederlo, ma la sua carriera ne uscì distrutta, Freed cominciò a bere, divenne alcolizzato e morì, completamente rovinato, nel '65. Comunque, che prendesse le mazzette per promuovere i dischi era vero.

Elvis Presley, ormai avviato a diventare un cantante da Las Vegas, cantò la sua versione di "O sole mio" e la chiamò It is now or never. Anche se quelli della mia età credono che Stay l’abbia inventata Jackson Browne, non è così: è degli Zodiacs, così come Handy Man di James Taylor è invece di Jimmy Jones.

Carole King era in sintonia col marito: lei scriveva la musica e lui le parole. Erano affiatati e composero Will you love me tomorrow? Però, memori dell'insuccesso canoro di Oh Neil, la fecero cantare alle Shirelles.


Carol King e Gerry Goffin.

Nel ’60 i Beatles erano ancora dei teenagers che vivevano in famiglia, quando un impresario li scritturò per un tour ad Amburgo. Non erano mai stati all’estero e ad Amburgo alloggiarono nel quartiere a luci rosse. Suonavano ogni sera, bevevano tanto e dormivano poco. Alle ragazze tedesche piacquero e il tour venne prolungato, ma la polizia scoprì che Paul e George erano minorenni. Vennero rispediti a casa in fretta e furia, ma si erano già divertiti parecchio.


I Beatles in Germania. Pete Best (poi sostituito da Ringo Starr), George Harrison, John Lennon, Paul McCartney e Stuart Sutcliffe (che lascerà il gruppo).

Successi del 1960

Barrett Strong – Money (that's what I want)
Brian Hyland – Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini
Chubby Checker – The Hucklebuck
Chubby Checker – The Twist
Drifters – Save the last dance for me
Elvis Presley – Are you lonesome tonight
Elvis Presley – It is now or never
Elvis Presley – Stuck on you
Isley Brothers – Shout
Jimmy Jones – Handy Man
Johnny Burnette – You're Sixteen
Maurice Williams & the Zodiacs – Stay
Percy Faith – A Summer Place
Platters – Harbour lights
Ray Charles – Georgia on my mind
Roy Orbison – Only the lonely
Sam Cooke – Wonderful World
Shirelles – Will you love me tomorrow?
Ricky Valance – Tell Laura I love her

Altre canzoni del 1960

Edith Piaf – Non, je ne regrette rien
Dalida – Les enfants du Pirée
Mina – Tintarella di Luna
Giorgio Gaber – La ballata del Cerutti Gino

Il '60 fu l'anno del Twist e me lo ricordo, ma fu soprattutto l’anno delle Olimpiadi di Roma. Per l’occasione mio padre comprò il televisore e io ho presente ancora oggi le urla e i salti di mio padre e di mio zio, quando Berruti vinse i 200 metri.


Con gli occhiali mi pareva così strano.



Chubby di nome e di fatto.

Nel 1960 apparve sul mercato il primo preamplificatore stereo della Marantz: il "Model 7" (costituito in pratica da due "Model 1"), che sarà venduto in circa 130.000 unità: il primo componente audio Hi-Fi a fare numeri così grandi.



Il compagno del 7 era il finale a valvole "Model 8", che uscirà nel 1961 dotato di 30 W a canale. La Marantz era la Rolls Royce degli impianti stereo, ma dietro di lei, numeri molto più grandi si preparavano a farli le marche utilitarie. Il virus dell’alta fedeltà cominciava a diffondersi e nessuno era vaccinato.



Film del 1960

L'appartamento (The Apartment), di Billy Wilder. Per fare carriera, Jack Lemmon presta l'appartamento ai capi per le loro scappatelle, ma scopre che l'ascensorista di cui è innamorato, Shirley McLaine, è l'amante del direttore. Uno dei migliori film di tutti i tempi.


Jack Lemmon glielo dice.

I magnifici sette (The Magnificent Seven), di John Sturges. Remake de "I sette samurai" con Yul Brinner, Charles Bronson e James Coburn, apprezzabile.

Facciamo l'amore (Let's Make Love), di George Cukor. Yves Montand, un ricchissimo magnate francese, finge di essere un attore squattrinato per sedurre Marilyn Monroe. Solo a Hollywood possono pensarle certe assurdità. Gradevoli l'inizio e la fine, inutili e noiose le divagazioni in mezzo.


Yves Montand glielo canta.

Audace colpo dei soliti ignoti, di Nanni Loy. Il sequel de "I soliti ignoti". Ottimo.

Signori si nasce, di Mario Mattoli, con Totò, Peppino de Filippo e Delia Scala; due fratelli uno pio e l'altro libertino si detestano, ma alla fine il pio si fa traviare. Buono.

Letto a tre piazze, di Steno. Totò, disperso in Russia, torna e trova la moglie sposata a Peppino De Filippo.

Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi, di Mario Mattoli.

Urlatori alla sbarra, di Fulci, citato per completezza. Documento dell'epoca, difficilmente si riesce a vedere tutto, ma conferma che il dilettantismo e l'improvvisazione sono sempre stati due colonne del cinema italiano.


C'è anche Gianni Meccia.

Anno seguente



Pubblicato il 24 gennaio 2009; ultima modifica il 4 febbraio 2021.

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