Il primo Novecento

Il passaggio del secolo avvenne al ritmo del Ragtime. Per la prima volta un afroamericano aveva composto della musica apprezzata anche dai bianchi. Scott Joplin aveva ricevuto un’educazione musicale relativamente formale, ma molti suoi seguaci non ebbero questa fortuna. Buddy Bolden, un cornettista di New Orleans, che ebbe grande seguito nei primi anni del nuovo secolo, suonava il Ragtime a orecchio, improvvisando cambi di melodia e introducendo elementi di blues e di spiritual. Per questo viene spesso indicato come l’iniziatore del Jazz, sebbene la parola a quei tempi non venisse usata per indicare il genere musicale.

Sull’origine del termine ci sono diverse versioni, una dice che si tratti dell’ingentilimento di Jass (J ass), il che spiegherebbe la riluttanza ad usarla per designare il nuovo genere musicale. D’altra parte, la presenza di volgarità esplicite era la regola in molta musica nera (e ancora lo è). La più famosa composizione di Buddy Bolden si chiamava Funky Butt: funk indica l’odore dei corpi sudati che si agitano, ballando in un locale affollato (ecco un altro genere di cui Bolden può essere considerato precursore). Chi conosce il significato di butt può tradurre da sé il titolo della canzone.

La terza figura preminente del Jazz di inizio secolo fu il pianista Jelly Roll Morton. Al secolo Ferdinand LaMothe, adottò il nome d’arte quando, a quattordici anni, cominciò a suonare nei bordelli di New Orleans, per non disonorare il nome della famiglia. Notate che Jelly Roll, nello slang degli afroamericani, era la parola che indicava i genitali femminili, ma perfino lui evitò inizialmente di proclamarsi musicista di Jazz. Bisognò attendere la Original Dixieland Jass Band di Nick LaRocca (un figlio di emigrati siciliani) per trovare qualcuno col coraggio di vantarsene, nel 1917.

Non è il caso di dilungarsi sulla storia del Jazz, ma di certo il suo periodo d’oro fu quello del proibizionismo (dal ’19 al ’33) in cui allietò i locali clandestini che servivano gli alcolici. Non stupisce che il genere musicale venisse definito diabolico dai puritani benpensanti. Giusto una citazione per far intuire a cosa si ispiri la parola rock ’n’ roll, la canzone del 1921 di Trixie Smith: My man rocks me (with one steady roll). Per chi non lo sapesse, in inglese to rock vuol dire dondolare/oscillare e a steady roll, un solido rotolo.

Negli anni trenta, periodo in cui gli arrangiamenti più ballabili vennero catalogati come swing, grandi artisti afroamericani come Duke Ellington, Fats Waller, Cab Calloway, Louis Armstrong, Count Basie composero musiche da cui attinsero a piene mani i rinomati musicisti bianchi del tempo (Gershwin, Porter, Berlin, Goodman, Miller, Dorsey), traendone molto più successo e profitti. Un fenomeno tipico, che si sarebbe ripetuto sistematicamente nei primi decenni del rock ’n’ roll.

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Buddy Bolden


Jelly Roll Morton


Domenico La Rocca, di Salaparuta.


Che avrà mai voluto dire?


Pubblicato il 17 gennaio 2021; ultima modifica il 17 gennaio 2021.

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