Il Canale di Sicilia (bozza)            English version


Fig 1). Excerpt from “Model of global elevations during the peak of the last Ice Age".
The Global Land One-km Base Elevation (GLOBE) Project - National Geophysical Data Center - NOAA.
http://www.ngdc.noaa.gov/mgg/topo/pictures/GLOBALsealeveldrop110m.jpg

Oltre alla pesca, lo scopo dell’attività marinara è lo scambio (o la razzia) di beni tra regioni separate da bracci di mare navigabili. Nel Mediterraneo, tre grandi penisole europee si protendono verso sud, costituendo tre possibili punti di collegamento marittimo con l’Africa e l’Asia. Ad ovest, la penisola iberica è separata dal Marocco dallo stretto di Gibilterra, ad est, la penisola balcanica termina con la Grecia, collegata dall’arcipelago Egeo alla Turchia. Al centro la penisola italiana è collegata alla Tunisia dalla Sicilia e dalle isole del Canale di Sicilia.

La figura 1) mostra una ricostruzione della linea di costa del Mediterraneo, al tempo del massimo glaciale (20.000 anni fa), fatta dal National Geophysical Data Center degli USA. Potrebbe non essere accuratissima, ma dà una buona idea di quali erano i probabili collegamenti marittimi durante l’era glaciale. Come sappiamo, durante la transizione verso l’interglaciale le cose cambiarono, ma possiamo accettare che fino al MWP-1a (14.500 anni fa) la situazione geografica fu sostanzialmente quella della mappa.

Questi tre bracci di mare sono situati alla stessa latitudine e godettero probabilmente di un clima abbastanza simile, ma le somiglianze geografiche tra il Canale di Sicilia e il mar Egeo sono più marcate. Entrambi ospitarono a quel tempo degli arcipelaghi consistenti, atti a incentivare l’attività marittima, ed entrambi si trovarono in prossimità della foce di un grande fiume, presumibilmente fertile e adatta alla coltivazione. Il lungo estuario del fiume che allora scendeva dai monti dell’Atlante è ben visibile nel Canale di Sicilia, poco sotto Malta, mentre il delta del fiume anatolico occupava quello che oggi è il golfo di Iskanderun (Alessandretta), di fronte a Cipro.

Se nel Canale di Sicilia le condizioni geografiche e climatiche furono simili a quelle del mar Egeo è possibile che anche qui, nel primo periodo caldo dopo l’era glaciale, i paleolitici abbiano cambiato le loro abitudini come accadde in medio oriente? Se ciò avvenne, qualche traccia dovrebbe essere rimasta.


Fig. 2) Il canale di Sicilia dopo il MWP-1a.
Ricostruzione ottenuta ponendo la linea di costa a -80 m.
Tratta dalla mappa batimetrica della Marina Italiana.

Innanzi tutto, qual’era l’aspetto geografico del Canale di Sicilia di allora? Dopo il MWP-1a il livello del mare fu sensibilmente più alto del massimo glaciale e la mappa di figura 1) non è più significativa. Per quanto ne sappiamo il livello dovrebbe essersi trovato a circa un’ottantina di metri sotto quello attuale, per cui in prima approssimazione bisognerebbe far emergere tutti i bassifondi marini che superano quella profondità.

La figura 2) mostra la mappa del canale di Sicilia ottenuta ponendo la linea di costa a -80 metri sotto il livello del mare. L’aspetto è diverso rispetto al massimo glaciale, ma rimane un arcipelago che avrebbe comunque permesso la navigazione con la terra sempre in vista (come nell’Egeo). Il lungo estuario africano risulta sommerso, ma il fiume dovrebbe ancora essere presente, così come il suo fertile delta.

Ma prima di addentrarci in ricostruzioni azzardate, qual è l’affidabilità della mappa di figura 2)? La risposta ce la dice il Marine Isotope Stage 5.5.


Pubblicato il 12 giugno 2012; ultima modifica il 12 giugno 2012.

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